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Con piacere e per un dovere di maggiore informazione per gli operatori demografici ed i cittadini, segnaliamo il comunicato stampa dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato dello scorso 20 maggio, relativo alla notizia diffusa in questi giorni in materia di carta di identità elettronica, emanato per chiarire gli esatti termini della questione.
COMUNICATO STAMPA
In relazione all'articolo pubblicato su Il Messaggero in data 20 maggio 2018 sulle 350.000 CIE con chip difettoso, si rileva l'infondatezza di numerose affermazioni riportate nel testo, anche per evitare un inutile allarme per i cittadini. Nessun cittadino italiano è stato respinto alle frontiere in quanto le circa 350.000 carte emesse nel periodo ottobre 2017 - febbraio 2018 con dati non riportati correttamente in una parte secondaria del microprocessore, sono perfettamente funzionanti. Queste carte mantengono inalterata la loro caratteristica di strumento sicuro di identificazione fisica e digitale, come tutte le altre CIE, dal momento che assicurano la verifica di autenticità dei dati obbligatori normalmente letti durante i controlli (i dati personali, la foto, le impronte e la firma digitale del Ministero dell'Interno). Esistono alcuni dati secondari che pur essendo riportati correttamente sul fronte della carta, non sono correttamente riportati sul chip.
Al fine di evitare rischi di disagio per i cittadini, nel caso delle CIE valide per l'espatrio, il Poligrafico con tutte le Amministrazioni di riferimento, ha avviato tutte le procedure previste a livello nazionale ed internazionale per la corretta gestione di questi documenti in caso di attraversamento di frontiere con la compilazione di white list di queste CIE, che potranno quindi continuare ad essere utilizzate. Il Poligrafico già a febbraio 2018ha individuato la criticità risolta attraverso un'accurata analisi del processo di produzione (e non un audit), risolvendola in 24 ore ed ha predisposto un piano di sostituzione gratuita delle carte difettose nei prossimi 12 mesi ai cittadini che comunque manifestassero la volontà di sostituire la propria.
Infondata è anche la stima dei costi riportata nell'articolo.
Roma, 20 maggio 2018
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